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[770-794] libro x. 479

770Se ’l mio va dritto, e se colpisce e fóra
Più del tuo ferro: e trasse. Andò ronzando
Per l’aura, e con la punta a punto in mezzo
Si piantò de lo scudo. E tante piastre
Di metallo e d’acciaio, e tante cuoia
775Ond’era cinto, e la corazza e ’l petto
Passògli insieme. Il giovine ferito
Tosto fuor si cavò di corpo il tèlo;
Ma non gli valse, chè con esso il sangue
E la vita n’uscío. Cadde boccone
780In su la piaga, e tal diè d’armi un crollo,
Che, ancor morendo, la nimica terra
Trepida ne divenne e sanguinosa.
     Turno sopra il cadavero fermossi
Alteramente, e disse: Arcadi, udite,
785E per me riportate al vostro Evandro,
Che qual di rivedere ha meritato
Il suo Pallante, tal glie ne rimando;
E gli fo grazia, che d’essequie ancora
E di sepolcro e di qual altro fregio
790Che conforto gli sia, l’orni e l’onori;
Ch’assai ben caro infino a qui gli costa
L’amicizia d’Enea. Così dicendo,
Col manco piè calcò l’estinto corpo;
E d’oro un cinto ne rapì di pondo,


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