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[470-494] libro x. 467

470Dieron le trombe il segno. Il troian duce
Fu che prima assalì le torme agresti,
E si fe con la strage de’ Latini
E con la morte di Terone in prima
Augurio a la vittoria. Era Terone
475Un di corpo maggior degli altri tutti;
E tanto ebbe d’ardir che da sè stesso
Incontr’Enea si mosse. Enea col brando
Tal un colpo gli trasse, che lo scudo,
Benchè ferrato, e la corazza e ’l fianco
480Forògli insieme. Indi avventossi a Lica
Che da l’aperte viscere fu tratto
De la già morta madre, e pargoletto,
Preservato dal ferro, a te fu sacro,
Febo, padre di luce; ed or morendo
485Vittima cadde a Marte. Occise appresso
Cisso feroce, e Gía di corpo immane,
Ch’ambi di mazze armati ivan le schiere
De’ suoi Teucri atterrando. E lor non valse
Nè d’Ercole aver l’armi nè le braccia
490D’erculea forza, nè che già Melampo
Lor padre in compagnia d’Ercole fosse
Allor che de la terra a soffrir ebbe
I duri affanni. A Faro un dardo trasse,
Mentre gridando e millantando incontra


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