320Giva il superbo Aulète con un legno
Di cento travi il mar solcando in guisa
Che spumante il facea, sonoro e crespo.
Premea le spalle d’un Tritone immane
Che con la cava sua cerulea conca 325Tremar si facea l’acqua e i liti intorno.
Dal mezzo in su, la fronte ispido e ’l mento
Sembra d’umana forma; e ’l ventre in pesce
Gli si ristringe, e col ferino petto
Fende il mar sì che rumoreggia e spuma. 330Da questi eletti eroi, con queste genti
Eran l’onde tirrene allor solcate
In sossidio di Troia. E già dal cielo
Caduto il giorno, era de l’erta in cima
La vaga luna, quando il frigio duce, 335Or al timone or a la vela intento,
Co’ suoi pensier vegliava. Ed ecco avanti
Notando gli si fa di ninfe un coro,
Di lui prima compagne, e quelle stesse
Che, già sue navi, da Cibele in ninfe 340Furon converse, e Dee fatte del mare.
Tante in frotta ne gían per l’onde a noto
Quante eran navi in prima. E di lontano
Riconosciuto il re, danzando in cerchio
Gli si strinsero intorno. Una fra l’altre.