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458 l’eneide. [245-269]

245Uscío d’Enea la capitana avanti.
     Questa avea sotto al suo rostro dipinti,
Quai sotto al carro de la madre Idea,
Due che ’l legno traean frigi leoni,
E d’Ida gli pendea di sopra il monte,
250Amaro suo disio, dolce ricordo
Del patrio nido. In su la poppa assiso
Stava il duce troiano; e da sinistra
Avea d’Evandro il figlio, che tra via
L’interrogava or del vïaggio stesso
255E de le stelle, ed or degli altri suoi
O per terra o per mar passati affanni.
     Apritemi Elicona, alme sorelle,
E cantate con me che gente e quanta
D’Etruria Enea seguisse, e di che parte,
260E con qual’armi, e come il mar solcasse.
     Mássico il primo in su la Tigre imposto
Avea di mille giovini un drappello,
Che di Chiusi e di Cosa eran venuti
Con l’arco in mano e con saette a’ fianchi.
265Appresso a lui, seguendo, il torvo Abante
Sotto l’insegna del dorato Apollo
Seicento n’imbarcò di Populonia,
Trecento d’Elba, in cui ferrigna vena
Abbonda sì, che n’erano ancor essi


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