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456 l’eneide. [195-219]

195Col vecchio Timbri, ed ambi dopo questi
Di Sarpedonte i frati: e Chiaro, ed Emo
Onor di Licia, e di Lirnesso Ammone.
Questi con un gran sasso era venuto
Su la muraglia, che ’l maggior catollo
200Era d’un monte; ed egli era non punto
Minor del padre Clizio e di Menesto
Suo famoso fratello. Altri con sassi,
Altri con dardi, e chi con le saette,
E chi col foco a guardia eran del muro.
     205In mezzo de le schiere il vago Iulo,
Gran nipote di Dardano e gran cura
De la bella Ciprigna, il volto e ’l capo
Ignudo, risplendea qual chiara gemma
Che in òr legata altrui raggi dal petto
210O da la fronte; o qual da dotta mano
In ebano commesso, o in terebinto
Candido avorio agli occhi s’appresenta.
Sovra al collo di latte il biondo crine
Avea disteso, e d’oro un lento nastro
215Gli facea sotto e fregio insieme e nodo.
     Ìsmaro, e tu fra sì famosa gente
Con l’arco saettar ferite e tosco
Fosti veduto, generosa pianta
Del meonio paese, ove fecondi


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