Pagina:Eneide (Caro).djvu/474

[920-944] libro ix. 433

920Avea l’arco adoprato, or primamente
Oprollo in guerra, e col primiero colpo
Il feroce Numáno a terra stese.
Remolo era costui per soprannome
Chiamato; e poco avanti avea per moglie
925Presa di Turno una minor sorella.
Ei di questo favor, di questo nuovo
Suo regno insuperbito, altero e gonfio
Stava ne l’antiguardia, e con le grida
Si ringrandiva: e di lontano i Teucri
930Schernendo, in cotal guisa alto dicea:
Questo è l’onor che voi, Frigi, vi fate
D’un altro assedio? un’altra volta in gabbia
Vi riponete? e pur col vostro muro,
E coi vostri ripari or da la morte
935Vi riparate? e voi, voi fate guerra
Per usurpare a noi le donne nostre?
Qual dio, qual infortunio, qual follia
V’ha condotti in Italia? e chi pensaste
Di trovar qui? quei profumati Atridi,
940O ’l ben parlante Ulisse? In una gente
Avete dato che da stirpe è dura.
I nostri figli non son nati a pena,
Che si tuffan ne’ fiumi. A l’onde, al gielo
Noi gl’induriamo e gl’incallimo in prima;

Caro. — 28. [590-604]