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430 l’eneide. [845-869]

845Soli due vivi e per ventura intatti
Dal nembo de la polvere, e dal fumo
Uscîr nel campo: Elènore fu l’uno,
Lico fu l’altro. Elènore, un garzone
Di prima barba, di Licinia serva
850E di Meonio re nato di furto,
E sotto Troia a militar mandato
Furtivamente. E’ si trovò com’era
Pria ne la terra lievemente armato
Col brando ignudo e con la targa al collo
855Bianca del tutto, come non dipinta
D’alcun suo fatto glorïoso ancora.
Questi, vistosi in mezzo a tante genti
Di Turno e de’ Latini, come fera
Ch’aggia di cacciatori un cerchio intorno,
860Muove contra agli spiedi, incontr’a l’armi;
Mosse là ’ve più folte eran le schiere,
E certo di morire a morte corse.
     Ma Lico in su le gambe assai più destro
Infra l’armi e i nimici a fuggir vòlto,
865Giunse a le mura ed aggrappossi in guisa
Che stendea già le mani a’ suoi compagni.
Quando Turno e co’ piedi e con la spada
Lo sopraggiunse, e come vincitore
Rampognando gli disse: E che? pensasti,


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