Pagina:Eneide (Caro).djvu/467

426 l’eneide. [745-769]

745Eurïalo sei tu? Tu sei ’l mio figlio,
Ch’eri la mia speranza e ’l mio riposo
Ne l’estreme giornate di mia vita?
Ahi come così sola mi lasciasti,
Crudele? E come a così gran periglio
750N’andasti, anzi a la morte, che tua madre
Non ti parlasse ohimè! l’ultima volta,
Nè che pur ti vedesse? Ah! ch’or ti veggio
In peregrina terra esca di cani,
D’avoltoi e di corvi. Ed io tua madre,
755Io cui l’esequie eran dovute e ’l duolo
D’un cotal figlio, non t’ho chiusi gli occhi,
Nè lavate le piaghe, nè coperte
Con quella veste che con tanto studio
T’ho per trastullo de la mia vecchiezza
760Tessuta io stessa e ricamata invano.
Figlio, dove ti cerco? ove ti trovo
Sì diviso da te? come raccozzo
Le tue così sbranate e sparse membra?
Sol questa parte del tuo corpo rendi
765A la tua madre, che per esser teco
T’ha per terra e per mar tanto seguito,
E seguiratti dopo morte ancora?
In me, Rutuli, in me tutti volgete
I vostri ferri, se pur regna in voi


[481-493]