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408 l’eneide. [295-319]

295Così rispose: Adunque ne l’imprese
Di momento e d’onore io da te, Niso,
Son così rifiutato? E te posso io
Lassar sì solo a sì gran rischio andare?
A me non diè questa creanza Ofelte
300Mio genitore, il cui valor mostrossi
Negli affanni di Troia, e nel terrore
De l’argolica guerra. Ed io tal saggio
Non t’ho dato di me, teco seguendo
Il duro fato e la fortuna avversa
305Del magnanimo Enea. Questo mio core
È spregiatore, è spregiatore anch’egli
Di questa vita, e degnamente spesa
La tiene allor che gloria se ne merchi
E quel che cerchi, ed a me nieghi, onore.
     310Soggiunse Niso: Altro di te concetto
Non ebbi io mai, nè tal sei tu ch’io deggia
Averlo in altra guisa. Così Giove
Vittorïoso mi ti renda e lieto
Da questa impresa, o qual altro sia nume
315Che propizio e benigno ne si mostri.
Ma se per caso o per destino avverso
(Come sovente in questi rischi avvène)
Io vi perissi, il mio contento in questo
È che tu viva, sì perchè di vita


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