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400 l’eneide. [95-119]

95Incontro a lor che gli son lunge, accoglie;
Così gli occhi di foco e ’l cor di sdegno
Il Rutulo infiammato, anelo e fiero
Va de’ nimici agli steccati intorno,
Ogni loco, ogni astuzia, ogni sentiero
100Investigando, onde o co’ suoi vi salga,
O lor ne sbuchi, e ne gli tiri al piano.
     Alfin l’armata assaglie, ch’a’ ripari
Da l’un canto congiunta, entro un canale
D’onde e d’argini cinta, era nascosta.
105Qui foco esclama, e foco di sua mano
Con un ardente pino a’ suoi seguaci
Dispensa, e lor con la presenza accende:
Onde tosto e le faci e i legni appresi,
Fumo, fiamme, faville e vampi e nubi
110E volumi di pece al ciel n’andaro.
     Muse, ditene or voi qual nume allora
Scampò de’ Teucri i legni, e come un tanto
De la novella Troia incendio estinse.
Fama di tempo in tempo e prisca fede
115N’avvera il fatto, e voi conto ne ’l fate.
     Dicon che quando a navigar costretto
Enea primieramente i suoi navili
A formar cominciò nel bosco ideo:
D’Ida di Berecinto e degli Dei


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