Pagina:Eneide (Caro).djvu/437

396 [1-19]

DELL’ENEIDE


Libro Nono.


     Mentre così de’ suoi scevro e lontano,
Enea fa d’armi e di sossidi acquisto,
Giuno di concitar la furia e l’ira
Di Turno unqua non resta. Erasi Turno
5Col pensier della guerra al sacro bosco
Di Pilunno suo padre allor ridotto,
Che mandata da lei di Taümante
Gli fu la figlia in cotal guisa a dire:
     Ecco, quel che tu mai chiedere a lingua,
10O ’mpetrar dagli Dei, Turno, potessi,
Per sè l’occasïon ti porge e ’l tempo.
Enea, mentre dagli altri implora aita,
Le sue mura, i suoi legni e le sue genti
Lascia ora a te, se tu ’l conosci, in preda.
15Ei coi migliori al palatino Evandro
Se n’è passato, e quindi è ne l’estremo
Penetrato d’Etruria. Ora è nel campo
De’ Toschi, e favvi indugio, ed arma agresti.
E tu qui badi or che di carri e d’armi


[1-12]