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DELL’ENEIDE
Libro Primo.
Quell’io che già tra selve e tra pastori
Di Titiro sonai l’umil sampogna,
E che, de’ boschi uscendo, a mano a mano
Fei pingui e colti i campi, e pieni i voti
D’ogn’ingordo colono, opra che forse
Agli agricoli è grata; ora di Marte
L’armi canto e ’l valor del grand’eroe
Che pria da Troia, per destino, ai liti
D’Italia e di Lavinio errando venne;
E quanto errò, quanto sofferse, in quanti
5E di terra e di mar perigli incorse,
Come il traea l’insuperabil forza
Del cielo, e di Giunon l’ira tenace;
Caro. — 1. | [v. lat. 1-4] |