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364 l’eneide. [345-369]

345Di cataratta accomodato in guisa
Con puntelli per entro e stanghe e sbarre.
Ecco Tirinzio arriva, e come è spinto
Da la sua furia, va per tutto in volta
Fremendo, ora ai vestigi, ora ai muggiti,
350Ora a l’entrata de la grotta intento.
E portato da l’impeto, tre volte
Scorse de l’Aventino ogni pendice:
Tre volte al sasso de la soglia intorno
Si mise indarno; e tre volte affannato
355Ritornò ne la valle a riposarsi.
     Era de la spelonca al dorso in cima
Di selce d’ogn’intorno dirupata
Un cocuzzolo altissimo ed alpestro,
Ch’ai nidi d’avvoltoi e di tali altri
360Augelli di rapina e di carogna
Era opportuno albergo. A questo intorno
Alfin si mise; e siccom’era al fiume
Da sinistra inchinato, egli a rincontro
Lo spinse da la destra, lo divelse,
365Col calce de la mazza a leva il pose,
E gli diè volta. A quel fracasso il cielo
Rintonò tutto, si crollâr le ripe,
E ’l fiume impaurito si ritrasse.
     Allor di Caco fu lo speco aperto:


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