170Dato di piglio, incontro a lor si spinse.
Giunto, gridò da l’argine: O compagni,
Qual fin v’adduce, o qual v’intrica errore
Per così torta e disusata via?
Ov’andate? chi siete? onde venite? 175Che ne recate voi? la pace, o l’armi?
Enea di su la poppa un ramo alzando
Di pacifera oliva, Amici, disse,
Vi siamo, e siam Troiani, e coi Latini
Vostri nimici inimicizia avemo. 180Questi superbamente il nostro essiglio
Perseguitando ne fan guerra ed onta.
Ricorremo ad Evandro. A lui porgete
Da nostra parte, che de’ Teucri alcuni
Son qui venuti condottieri eletti 185Per sossidi impetrarne e lega d’arme.
Stupì primieramente a sì gran nome
Pallante, indi vèr lui rivolto umíle:
Signor, qual che tu sii, scendi e tu stesso
Parla, disse, al mio padre, e nosco alloggia. 190E lo prese per mano ed abbracciollo.
Lasciato il fiume e ne la selva entrati,
Enea dinanzi al re comparve e disse:
Signor, che di bontà sovr’ogni Greco,
E di fortuna sovr’a me ten vai