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[70-94] libro viii. 353

70Da fermar la tua sede. E questo è ’l fine
De’ tuoi travagli: onde il tuo figlio Ascanio
Dopo trent’anni, il memorabil regno
Fonderà d’Alba, che così nomata
Fia dal candore e dal felice incontro
75Di questa fera. E tutto adempirassi,
Ch’io ti predìco e t’è predetto avanti.
Or brevemente quel ch’oprar convienti,
Per uscir glorïoso e vincitore
Di questa guerra, ascolta. È di qui lunge
80Non molto Evandro, un re che de l’Arcadia
È qua venuto; e sopra a questi monti
Ha degli Arcadi suoi locato il seggio.
Il loco, da Pallante suo bisavo,
È stato Pallantèo da lui nomato;
85Ed essi perchè son nel Lazio esterni,
Son nemici a’ Latini, ed han con loro
Perpetua guerra. A te fa di mestiero
Con lor confederarti, e per compagni
A questa impresa avergli. Io fra le ripe
90Mie stesse incontro a l’acqua a la magione
D’Evandro agevolmente condurrotti.
Déstati de la Dea pregiato figlio;
E come pria vedrai cader le stelle,
Porgi solennemente a la gran Giuno

Caro. — 23. [46-60]