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[1220-1241] libro vii. 349

1220Ch’era di volsca gente una donzella,
Non di conocchia o di ricami esperta,
Ma d’armi e di cavalli, e benchè virgo,
Di cavalieri e di caterve armate
Gran condottiera, e ne le guerre avvezza.
1225Era fiera in battaglia, e lieve al corso
Tanto, che, quasi un vento sopra l’erba
Correndo, non avrebbe anco de’ fiori
Tocco nè de l’ariste il sommo a pena;
Non avrebbe per l’onde e per gli flutti
1230Del gonfio mar, non che le piante immerse,
Ma nè pur tinte. Per veder costei
Uscian de’ tetti, empiean le strade e i campi
Le genti tutte; e i giovini e le donne
Stavan con meraviglia e con diletto
1235Mirando e vagheggiando quale andava,
E qual sembrava; come regiamente
D’ostro ornato avea ’l tergo, e ’l capo d’oro;
E con che disprezzata leggiadria
Portava un pastoral nodoso mirto
1240Con picciol ferro in punta; e con che grazia
Se ne gía d’arco e di faretra armata.


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