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[870-894] libro vii. 335

870Onde spira Acheronte, e Dite essala.
In questa buca l’odïoso nume
De la crudele e spaventosa Erinne
Gittossi, e dismorbò l’aura di sopra.
     Non però Giuno di condur la guerra
875Rimansi intanto, ed ecco dal conflitto
Venir ne la città la rozza turba
De’ contadini, e riportare i corpi
Del giovinetto Almone e di Galèso,
Così com’eran sanguinosi e sozzi.
880Gli mostrano, ne gridano, n’implorano
Dagli Dei, da Latino e da le genti
Testimonio, pietà, sdegno e vendetta.
Evvi Turno presente, che con essi
Tumultuando esclama, e ’l fatto aggrava,
885E detesta e rimprovera e spaventa,
Questi, questi, dicendo, son chiamati
A regnar ne l’Ausonia: ai Frigi, ai Frigi
Dà Latino il suo sangue, e Turno esclude.
     Sopravvengono intanto i furïosi,
890Che, con le donne attonite scorrendo,
Gìan con Amata per le selve in tresca;
Chè grande era d’Amata in tutto il regno
La stima e ’l nome; e d’ogni parte accolti
Tutti contra gli annunzi, contra i Fati


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