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[820-844] libro vii. 333

820In questa pugna. Ebbe di strale un colpo
In su la strozza, che la via col sangue
Gli chiuse e de la voce e de la vita.
Caddero intorno a lui molt’altri corpi
Di buona gente. Cadde tra’ migliori,
825Mentre l’armi detesta, e per la pace
Or con questi or con quelli si travaglia,
Galèso il vecchio, il più giusto e ’l più ricco
De la contrada. Cinque greggi avea
Con cinque armenti; e con ben cento aratri
830Coltivava e pascea l’ausonia terra.
     Mentre così ne’ campi si combatte
Con egual Marte, Aletto già compita
La sua promessa, poi ch’a l’armi, al sangue
Ed a le stragi era la guerra addotta,
835Uscì del Lazio, e baldanzosa a l’aura
Levossi, ed a Giunon superba disse:
Eccoti l’arme e la discordia in campo,
E la guerra già rotta. Or di’ ch’amici,
Di’ che confederati, e che parenti
840Si sieno omai, poichè d’ausonio sangue
Già sono i Teucri aspersi. Io, se più vuoi,
Più farò. Di rumori e di sospetti
Empierò questi popoli vicini;
Condurrògli in aiuto; andrò per tutto


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