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310 l’eneide. [245-269]

245E cotali altre oprar contese e prove
Di corso, d’attitudine e di forza.
     Tosto che compariscono, un messaggio
Quindi si spicca in fretta, e precorrendo
Riporta al vecchio re, che nuova gente
250Di gran sembiante e d’abito straniero
Vien dal mare a sua corte. Il re comanda
Che siano ammessi; e ne l’antico seggio
Per ascoltarli in maestà si reca.
     Era la corte un ampio, antico, augusto
255Di più di cento colonnati estrutto
In cima a la città sublime albergo:
Pico di Laürento il vecchio rege
L’avea fondata. Era d’oscure selve,
Era de’ numi de’ primi avi suoi
260Sovra d’ogn’altra veneranda e sacra.
Qui de’ lor scettri, qui de’ primi fasci
S’investivano i regi. In questo tempio
Era la curia, eran le sacre cene,
Eran de’ padri i publici conviti
265De l’occiso arïete. Avea d’antico
Cedro, nel primo entrar, un dietro a l’altro,
De’ suoi grand’avi i simolacri eretti.
Italo v’era, e il buon padre Sabino,
Saturno con la vite e con la falce,


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