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xxxiv | argomenti. |
LIBRO XI.
Ucciso Mezenzio, Enea vincitore inalza un trofeo a Marte; poscia rimanda con gran pompa funebre il corpo di Pallante alla città di Evandro, dove lo ricevono con universale cordoglio, 1-99. Intanto ambasciatori latini domandano dodici giorni di tregua: i quali essendo concessi, e Troiani e Latini ricercano i cadaveri dei suoi, e rendono ad essi gli ultimi onori, 100-224. Frattanto Venulo, che sul principio della guerra era stato mandato dai Latini a Diomede per indurlo a far lega, ritorna dicendo, essergli stati negati i soccorri per combattere una gente cara agli Dei, 225-295. Latino, in assemblea consultando intorno a questa guerra, propone che si mandino oratori ad Enea per trattar della pace, 296-335. Ivi Drance e Turno, per odio inveterato che era fra loro, a vicenda si caricano d’ingiurie, 336-444. Frattanto Enea, diviso l’esercito in due, manda innanzi per le vie aperte la cavalleria leggiera; ed egli per luoghi selvosi e montuosi cerca di riuscire verso la parte più elevata di Laurento. A tal notizia, l’adunanza si scioglie, e si provvede alla difesa della città, 445-485. Turno, scoperto per mezzo degli esplora-