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argomenti. xxxiii

in vista de’ suoi, fa prender terra agli armati; quando i Rutuli, desistendo dall’assalto, tentano d’impedire lo sbarco. Grande strage da ambe le parti, 258-361. Pallante, dopo stupende prove di valore, viene ucciso e spogliato da Turno, 362-500. Enea per dolore e vendetta del morto amico fa eccidio de’ Rutuli. Ascanio, con una sortita, unisce le sue forze a quelle del padre, 510-605. A questi fatti Giunone commossa, temendo per la vita di Turno, ottiene da Giove la grazia di salvarlo da estremo pericolo, e mostrandoglisi in forma di fantasma somigliante ad Enea, si lascia inseguire da lui, e così lo trascina lontano dalla zuffa sopra una nave, 606-6S8. Mezenzio intanto, per volere di Giove, rinfranca la battaglia atterrando gran numero di Troiani e di Etruschi, 689-761; finchè piagato da Enea, è costretto, per fasciare la ferita, di ritirarsi dalla mischia, in ciò proteggendolo il figlio Lauso, 762-795; che, mentre cerca di far le vendette del padre, è ucciso da Enea, 796-832. All’annunzio di questa morte, Mezenzio, così ferito, monta a cavallo, e ritorna al combattimento per vendicare l’uccisione del figlio; ma cade sotto i colpi della medesima destra, 833-908.