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[245-269] libro vi. 255

245Possente a suscitar Marte e Bellona.
Era costui del grand’Ettor compagno,
E de’ più segnalati intorno a lui
Combattendo, or la tromba ed or la lancia
Adoperava: e poi che ’l fiero Achille
250Ettorre ancise, come ardito e fido,
Seguì l’arme d’Enea: chè non fu punto
Inferiore a lui. Stava sul mare
Sonando il folle con Tritone a gara,
Quando da lui, ch’aschio sentinne e sdegno
255(Se creder dêssi), insidïosamente
Tratto giù da lo scoglio ov’era assiso,
Fu ne l’onde sommerso. Al corpo intorno
Convocati già tutti, amaro pianto
Ed alte strida insieme ne gittaro;
260E più de gli altri Enea. Poscia seguendo
Quel ch’era lor da la sibilla imposto,
Gli apprestaron l’esequie. Entrâr nel bosco,
Di fere antico albergo; ed elci ed orni
E frassini atterrando, alzâr gli altari;
265Poser la tomba, fabbricâr la pira,
E la spinsero al cielo. Il frigio duce
Fra le sue schiere di bipenne armato
A par degli altri e più di tutti ardente,
Di propria mano adoperando, a l’opra


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