1070E ciò che ’l foco avea corroso ed arso.
Enea de la città le mura intanto
Insolca, e i lochi assegna; e parte Troia,
E parte Ilio ne chiama, e re n’appella
Il buon troiano Aceste. Ei lieto il carco 1075Ne prende; indìce il fòro, elegge i padri,
Ode, giudica e manda. Allora in cima
De l’ericinio giogo il gran delubro
Surse a Venere Idalia: e i sacerdoti
Gli si addissero in prima. Allor s’aggiunse 1080Al tumulo d’Anchise il sacro bosco.
Avea già nove dì fatti solenni
Sacrifici e conviti; e ’l mare e i venti
Eran placidi e queti. Austro sovente
Spirando, in alto i lor legni invitava, 1085Quando un pianto dirotto per lo lito
Levossi, un condolersi, un abbracciarsi
Che tutto il dì durò, tutta la notte.
Le meschinelle donne, e quegli stessi,
Cui dianzi spaventosa era la faccia 1090E ’l nome intollerabile del mare,
Voglion di nuovo ogni marin disagio
Soffrire, e de l’essiglio ogni fatica.
Ma li racqueta e li consola Enea
Con dolci modi, e lagrimando alfine