istruzioni per impetrare il permesso di scendere in Inferno, 98-155. Trovato sul lido il cadavere di Miseno, lo bruciano, e gli dan sepoltura ai piedi del vicin monte, che da ciò prende il nome di Miseno, 156-235. Quinci, còlto il ramoscello d’oro e sacrificate le vittime, Enea guidato dalla Sibilla, per le grotte d’Averno discende all’Inferno, di cui si descrive l’ingresso, 236-336. Palinuro errante intorno alla palude Stigia, perchè il suo corpo è privo di sepoltura, desidera tragittare insieme con loro; ma la Sibilla lo impedisce, e lui consola con la speranza di un cenotafio e di esequie, 337-383. Passata la Stige e assopito Cerbero con focacce medicate, Enea trascorre per le sedi degl’infanti e dei condannati per falso delitto: e di là giunge ai violenti contro sè per insofferenza d’amore, e fra questi parla a Didone, che sdegnosa non gli risponde, ma gli si toglie dinanzi, 384-476. Passando oltre, scorge Deifobo fra le ombre dei valorosi in arme, tutto malconcio da molte ferite, e da lui gli è narrato il misero modo della sua morte, 477-534. Lasciatosi quindi a sinistra il Tartaro, e sapute dalla Sibilla le pene dei malfattori, 535-627, va alla reggia di Plutone, e sulla soglia di essa configge il ramoscello d’oro, 628-636. Dopo ciò perviene alle sedi de’ boati, e là Museo lo con-