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208 l’eneide. [345-369]

345De le ninfe di Nerëo e di Forco,
E da la Panopèa vergine intatta;
E ’l gran padre Portuno di sua mano
Gli spinse il legno; onde, qual vento o strale,
Lanciossi a terra, e si scagliò nel porto.
     350Il padre Enea (com’è costume) avanti
Convocati a sè tutti, a suon di tromba
Dichiarò vincitor Cloanto il primo,
E le tempie di lauro incoronògli.
Poscia a ciascuna de le navi in dono
355Diè tre grassi giovenchi, e tre grand’urne
Di prezïoso vino, e di contanti
Un gran talento. Ornò di maggior doni
I primi condottieri. Al vincitore
Presentò di broccato un ricco arnese,
360Che d’ostro a groppi sopra l’oro avea
Doppio un lavoro di ricamo e d’aco.
     Nel mezzo entro al frondoso bosco Idèo
Un real giovinetto era tessuto,
Ch’anelo e fiero con un dardo in mano
365Seguia per la foresta i cervi in caccia;
E poco indi lontano un’altra volta
Era il medesmo da l’uccel di Giove
Rapito in alto; e i suoi vecchi custodi
E i fidi cani lo miravan sotto,


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