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restano a correre, e gli apre l’arcano dei fati, 291-505. Lasciatosi dietro l’Epiro, Enea, costeggiando Taranto in sulla punta d’Italia, arriva in Sicilia, in luogo non lontano dal monte Etna: dove raccoglie Achemenide, un Greco abbandonato da Ulisse nell’antro del Ciclope: alle preghiere e alle notizie di costui intorno all’immanità dei Ciclopi, Enea scioglie di nuovo, 506-683; e memore degli avvisi di Eleno, per cansare Scilla e Cariddi, fa il lungo giro della Sicilia, finchè, giunto a Drepano, ivi perde Anchise, che se ne muore per vecchiezza, 684-711. Di là, mentre naviga verso Italia, è sbalzato in Affrica da quella bufera che è narrata nel primo libro. — Qui finisce la narrazione di Enea, 712-718.
LIBRO IV.
Didone, accesa d’amore per Enea, scopre la sua passione alla sorella Anna, e seguendo il consiglio di lei volge l’animo all’idea delle nozze, 1-39. Allora Giunone, per potere più agevolmente allontanare Enea dall’Italia, tratta con Venere perchè anch’essa consenta a queste nozze; ed a