920Che seco adduce i suoi patrii Penati,
E ’l vecchio padre agli omeri s’impose.
Non potea farlo prendere e sbranarlo,
E gittarlo nel mare? ancider lui
Con tutti i suoi? dilanïare il figlio, 925E darlo in cibo al padre? Oh! perigliosa
Fòra stata l’impresa. E di periglio
La si fosse, e di morte; in ogni guisa
Morir dovendo, a che temere indarno?
Arsi avrei gli steccati, incesi i legni, 930Occiso il padre, il figlio, il seme in tutto
Di questa gente, e me spento con loro.
Sole, a cui de’ mortali ogn’opra è conta;
Giuno, de le mie cure, e de’ miei falli
Pronuba consapevole e mezzana; 935Ecate, che ne’ trivii orribilmente
Sei di notte invocata; ultrici Furie,
Spiriti inferni, e dii de l’infelice
Dido, ch’a morte è giunta, il mio non degno
Caso riconoscete, e ’nsieme udite 940Queste dolenti mie parole estreme.
Se forza, se destino, e se decreto
È di Giove e del cielo, e fisso e saldo
È pur che questo iniquo in porto arrivi,
E terra acquisti; almen da fiera gente