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sul primo far impeto la fortuna arride ai Troiani; onde, seguendo il consiglio di Corebo, indossano le armi dei nemici uccisi: ma poi riconosciuti dai Greci e presi in iscambio dagli amici, finiscono oppressi dalle armi degli uni e degli altri, 298-437. Frattanto si dà l’assalto alla reggia di Priamo, che muore miseramente trucidato da Pirro figlio di Achille, 438-558. Tentata indarno ogni prova, Enea, vedendo gli stessi numi dar mano alla distruzione di Troia, affida al padre suo Anchise gli oggetti sacri, e toltosi lui su le spalle, preso Ascanio per mano, ingiunto alla moglie Creusa di seguirlo da presso, si dà alla fuga, 559-729. I Greci l’inseguono. Nel tumulto si smarrisce Creusa; ed egli a ricercarla mentre invano ritorna e s’aggira per gl’incendi della città, vede farglisi incontro l’ombra della consorte che gli fa vaticinii intorno all’Italia, e gli raccomanda Ascanio, 730-794. Allora ritorna al luogo ov’erano i compagni, e vede che vi s’è accolta gran moltitudine di uomini e donne, pronti tutti a seguir la sua sorte, 795-804.