745Ciascun legno provisto; e perchè ’l vento
Che secondo ferìa, non punto indarno
Spirasse, ordine avea di scior le vele
Già dato Anchise, a cui con mólto onore
Si fece Eleno avanti, e così disse: 750O ben degno a cui fosse amica e sposa
La gran madre d’Amore: o de’ celesti
Sovrana cura, ch’a l’eccidio avanzi
Già due volte di Troia, eccoti a vista
Giunto d’Italia. A questa il corso indrizza: 755Ma fa mestier di volteggiarla ancora
Con lungo giro, poichè lunge assai
È la parte di lei che Apollo accenna.
Or lieto te ne va’, padre felice
Di sì pietoso figlio. Io, già che l’aura 760Sì vi spira propizia, indarno a bada
Più non terrovvi. Indi la mesta Andromache
Fece con tutti, e con Ascanio alfine
La suprema partenza. Arnesi d’oro
Guarniti e ricamati, e drappi e giubbe 765Di moresco lavoro, ed altri degni
Di lui vestiti e fregi, e ricca e larga
Copia di biancherie donògli, e disse:
Prendi, figlio, da me quest’opre uscite
Da le mie mani, e per memoria tienle