Pagina:Eneide (Caro).djvu/174

[720-744] libro iii. 133

720Tu per soverchio che ti sembri indugio,
Per richiamo de’ venti o de’ compagni,
Non lasciar di vederla, e d’impetrarne
Grazia, che di sua bocca ti risponda,
E non con frondi. Ella daratti avviso
725D’Italia, de le guerre e de le genti
Che ti fian contra; e mostreratti il modo
Di fuggir, di soffrir, d’espugnar tutte
Le tue fortune, e di condurti in porto.
Questo è quel che m’occorre, o che mi lece
730Ch’io ti ricordi. Or vanne, e co’ tuoi gesti
Te porta e i tuoi con la gran Troia al cielo.
     Poscia che ciò come profeta disse,
Comandò come amico ch’a le navi
Gli portassero i doni, opre e lavori
735Ch’avea d’oro e d’avorio apparecchiati,
E gran masse d’argento e gran vaselli
Di dodonèo metallo: una lorica
Di forbite azzimine, e rinterzate
Maglie, dentro d’acciaro e ’ntorno d’oro;
740Una targa, un cimiero, una celata,
Ond’era a pompa ed a difesa armato
Neottolemo altero. Il vecchio Anchise
Ebbe anch’egli i suoi doni: ebber poi tutti
Cavalli e guide; e fu di remi e d’armi


[453-471]