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130 l’eneide. [645-669]

645Fuggi da loro. I Locri di Narizia
Qui si posaro; e qui ne’ Salentini
I suoi Cretesi Idomenèo condusse.
Qui Filottete il melibeo campione
La piccioletta sua Petilia eresse.
650Fuggili dico, e quando anco varcato
Sarai di là ne l’alto lito, intento
A sciorre i voti, di purpureo ammanto
Ti vela il capo, acciò tra i sánti fochi,
Mentre i tuoi numi adori, ostile aspetto
655Te coi tuoi sacrifici non conturbi:
E questo rito poi sia castamente
Da te servato e da’ nepoti tuoi.
     Quinci partito, allor che da vicino
Scorgerai la Sicilia, e di Peloro
660Ti si discovrirà l’angusta foce,
Tienti a sinistra, e del sinistro mare
Solca pur via quanto a di lungo intorno
Gira l’isola tutta, e da la destra
Fuggi la terra e l’onde. È fama antica
665Che questi or due tra lor disgiunti lochi
Erano in prima un solo, che per forza
Di tempo, di tempeste e di ruine
(Tanto a cangiar queste terrene cose
Può de’ secoli il corso), un dismembrato


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