hanno sostituito udir; io, per osar meno, ho mutato il t in s, e ne ho fatto udisse. – I, v. 1031, G.: Enea, cui la paterna tenerezza Quetar non lascia, a le sue navi innanzi Spedisce Acate; Al.: Enea, la cui paterna tenerezza Quetar non lascia, ec. Una tale trasposizione, oltrechè dà un verso fiacchissimo, distrugge a mio credere la sintassi. – III, v. 698, G.: Sovr’a tutto io l’assenno, ti predico, Ti ripeto più volte e ti rammento; Al.: ....t’accenno; Virg.: Unum illud tibi, nate dea, proque omnibus unum Praedicam, et repetens iterumque iterumque monebo. – III, v. 895, G.: È.... capace Di molti legni il porto ove sorgemmo; Al.: ove giugnemmo. Il verbo sorgere ha il significato di approdare, e glielo danno anche i vocabolarietti ad uso delle scuole. Eppure qui gli editori hanno creduto di negarglielo, mentre poi glielo hanno concordemente concesso al L. VI,