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In quegli stessi giorni una grande sventura colpi due regioni d’Italia. Una parte della Sicilia e la Calabria furono sconvolte dai terremoti e qui la carità cittadina ebbe campo di estrinsecarsi per soccorrere i danneggiati, ai quali il Re mandò 140,000 lire. Il Sovrano poi destinava sulla fine dell’anno 400,000 lire per essere distribuite ai poveri.

In autunno venne a Roma Emilio Zola per raccogliere impressioni e dati per il romanzo Roma, che doveva scrivere in seguito. Nonostante le pratiche fatte, egli non riuscì ad ottenere una udienza dal Papa, che desiderava vivamente; fu peraltro ricevuto con molta cortesia dal Re e poi dalla Regina e l’associazione della stampa gli offrì un banchetto.

Emilio Zola era venuto qui in compagnia di sua moglie e gli facevano da ciceroni nella città e nei dintorni, il Bertolelli della Tribuna, e il Darcourt, direttore della Correspondence de Rome, che fu poi espulso.

La morte di Alessandro III e l’avvenimento al trono di Russia di Nicolò II fu notificato al Re dal generale Ignatieff, che venne a Roma accompagnato da molto seguito; e al Papa dal principe Lobanoff.

E questo fu l’ultimo avvenimento del 1894, che si chiuse fra le agitazioni per la proroga della sessione parlamentare.