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spendeva la legge sull’aumento della tassa sull’entrata. Annunzio pure la nomina di una commissione di generali per proporre le economie militari, e insistè per la nomina pronta della commissione parlamentare dei 18 destinata a coadiuvare il Governo nella ricerca delle ulteriori economie, promesse nel venturo esercizio, e che erano imperiosamente imposte dalla situazione.
Il 16 giugno, mentre il presidente del Consiglio si recava nel
suo coupè alla Camera, un anarchico di Lugo, certo Lega, aspettavalo sull’angolo di via Gregoriana ed esplodeva contro di lui un colpo di pistola, che non lo colpiva. Mentre l’assassino girava dietro la carrozza per sparare dall’altro sportello una seconda pistola, fu arrestato e subito confessò il delittuoso intento, che lo aveva condotto a Roma, e proclamò la sua
fede anarchica.
COLONNA COMMEMORATIVA A VILLA GLORI
La notizia dell’attentato aveva preceduto il Crispi alla Camera. La dimostrazione che lo accolse, vedendolo così calmo, divenne ovazione quando l’on. Mordini lo abbracciava affettuosamente. Il presidente del Consiglio si disse commosso della manifestazione, che assicuro sarebbe rimasta indelebile nell’animo suo, e aggiunse: «Non varranno minaccie ed offese a togliermi dalla via che mi sono prefisso».
Il Senato mandò immediatamente una commissione alla Camera a felicitare il Crispi per lo scampato pericolo, e lo stesso fece il Municipio. Il Re pure aveva inviato a casa del presidente del Consiglio il suo primo aiutante di campo, e nella sera andò a portare le congratulazioni sue e quelle della Regina, insieme col Principe di Napoli. Poco prima una dimostrazione popolare, formatasi in piazza Colonna, era andata in via Gregoriana. Giggi Zanazzo, il poeta romanesco, salì dall’on. Crispi ad esprimergli i sentimenti d’indignazione del popolo. Il presidente del Consiglio si affacciò alla finestra e rivolse ai dimostranti brevi ringraziamenti.