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i Sovrani il discorso inaugurale. Anche il Re camminava con suo gran piacere sotto la fitta acqua di dicembre e la Regina lo seguiva mentre esaminava il ponte e parlava con l’ingegnere Vescovali, autore del progetto, e con i signori Allegri e Lazzari, che avevano eseguito i lavori.

Meno male che quel triste 1891, in cui l’inerzia e lo scoraggiamento paralizzavano ogni iniziativa, potè compiere un lavoro importante come quello del Ponte Margherita!

La questione degli accessi al ponte suscitò lunghe discussioni nei giornali. Chi avrebbe voluto si abbattesse la fontana dei Nettuno con i Tritoni e si facesse una larga strada dritta; chi s’impietosiva per la sorte dell’opera del Valadier e per quella degli alberi che le fanno corona. Fiato e inchiostro buttato. Si fece un accesso provvisorio salvando fontana e alberi, perchè il provvisorio costava meno, e le discussioni si calmarono.

L’opera legislativa, dopo la caduta del Crispi, erasi limitata allo stretto necessario; l’opera del Governo alla ricostituzione delle finanze per modo che gettando uno sguardo su quell’anno 1891 si può dire che non meritò nè infamia nè lode.