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Consiglio sostenne il proprio operato e chiese un voto di fiducia; 271 deputati votarono per lui, 10 di destra contro, e 16 radicali si astennero.

L’opera del Commissario regio per Roma volgeva alla fine. Egli aveva nominato una commissione, che valendosi dell’aiuto dell’ing. Alessandro Viviani, autore del primo piano regolatore, doveva prepararne uno nuovo da presentare al Consiglio, che sarebbe stato eletto in dicembre. La commissione era composta dell’ing. Bompiani, del Bonacci, dell’ing. Cadolini, di Augusto Castellani, dell’architetto de Angelis, del comm. Miraglia e dell’architetto Pio Piacentini.

Il bilancio comunale era già pronto. Esso presentava un deficit di mezzo milione, che l’on. Finocchiaro-Aprile proponeva di colmare imponendo la tassa sul valore locativo.

Le elezioni amministrative riuscirono abbastanza favorevoli al partito liberale, perchè fecero trionfare 55 candidati suoi. Tutte le gradazioni dei partiti vennero a esser rappresentate nel nuovo Consiglio.

Maggiori voti aveva riportato l’Armellini, ma riuscì eletto sindaco Onorato Caetani, e il nome di lui, caro a Roma, era garanzia del tranquillo e saggio svolgimento della vita economica della città.