Pagina:Emma Perodi - Roma italiana, 1870-1895.djvu/412


— 400 —

La mattina seguente le LL. MM. e le LL. AA. con i ministri e i seguiti partirono per Napoli, ove giunsero alle 2 pom., accolti entusiasticamente.

Il 17 i Sovrani e i Principi assistettero nel cantiere di Castellammare al varo dell’«Umberto I.» Monsignor Caselli, arcivescovo del paese, benedì la nave e la signorina Acton, salita sul ponte insieme con i signori Capaldo, e Micheli, ruppe sul fianco della nave una bottiglia di Lacryma Christi, tra gli applausi d’una popolazione festante. Quindi si procedette all’operazione di togliere i puntelli, e alle 12 e 8 tra un silenzio sepolcrale, tagliate le corde, la nave scese lentamente in mare e si fermò a 200 metri dalla spiaggia. Fu un momento angoscioso per gli spettatori e per gli operai. Guglielmo II agita l’elmo, mentre il Re pallidissimo segue con ansia il cammino della corazzata, e non si rinfranca finché non è sicuro dell’esito felice del varo.

L’Imperatore strinse affettuosameute la mano al Re, si congratulò con l’on. Brin e i costruttori Capaldo e Micheli, mentre il popolo applaudiva, applaudiva senza stancarsi.

A mezzogiorno e mezzo i Sovrani e i Principi s’imbarcavano su una lancia del Savoia, e tra gli urrà e le salve delle artiglierie raggiungevano l’Yacht reale, che inalberava la bandiera imperiale, e ove li attendeva un sontuoso déjeuner. Le LL. MM. passarono quindi in rivista la squadra e alle 3 1/2 cominciò lo sfilamento.

Il domani i Sovrani visitarono Pompei, e la sera partirono per Roma, ove furono accolti da una dimostrazione di calda simpatia.

La sera, dopo il pranzo di famiglia, le LL. MM. Guglielmo II, Umberto I e Margherita, le LL. AA. le Principesse e i Principi assisterono all’illuminazione del Foro Romano; e fu durante quell’illuminazione che S. M. I. manifestò al Re d’Italia il desiderio di vedere ancora una volta manovrare i bersaglieri. Il desiderio del suo alleato fu per il Re un ordine e la mattina seguente i due Sovrani insieme con il Principe Enrico si recarono al Macao, ove ebbero luogo le esercitazioni. L’Imperatore ne fu oltre modo contento e soddisfatto, e espresse il suo compiacimento al Pallavicini e si congratulò vivamente col colonnello Chavasse, col tenente colonnello Maggiorana e con gli aliri ufficiali.

Il Pallavicini faceva partecipi le compagnie di manovra dell’Imperiale e reale compiacimento col seguente ordine del giorno:

«S. M. l’imperatore di Germania e Re di Prussia, e S. M. Umberto I nostro Re mi hanno espressa la loro alta soddisfazione pel contegno, la tenuta e il grado d’istruzione del battaglione dei bersaglieri, che stamane ha avuto l’onore di manovrare alla presenza delle LL. MM.

«Tanto porto all’ordine del giorno del corpo d’armiata, a titolo d’onore delle compagnie 3ª e 4° reggimento bersaglieri che hanno formato il battaglione di manovra».

Alle 3 l’Imperatore lasciava Roma. Erano ad accompagnarlo tutti i Principi di Savoia, i Presidenti della Camera e del Senato, i Collari dell’Annunziata, i Ministri, il Prefetto, la Giunta e tutte le autorità.

Guglielmo sceso di carrozza strinse la mano al capitano dei corrazzieri Werner, e gli disse in tedesco:

«La saluto e la ringrazio del suo servizio. A Lipsia vedrò suo padre e glielo saluterò».

Parlò a lungo con tutti, e specialiente con S. E. Crispi, al quale strinse ripetutamente e affettuosamente la mano, baciò i Principi e abbracciò più volte il Re; poi salito in wagon rimase al finestrino, e appena il treno si messe lentamente in moto, stese la mano a Umberto, e poi agitò l’elmo e tra gli evviva partì.