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dolfo, di proprietà di Pio IX, che erano state vendute dai suoi esecutori testamentari insieme con molti altri oggetti di pertinenza del defunto Pontefice. I piatti di maiolica durantina erano stati comprati per 23,000 lire dal signor Giacomini il quale, facendoci un guadagno assai rilevante, li aveva rivenduti al duca della Verdura. In casa di questo signore li sequestrò il Governo.

Il Papa, informato del fatto, ricomprò subito i piatti e li collocò in Vaticano, nel corridoio attiguo alla stanza ove sono esposte le nozze Aldobrandini, e ove si vedono tuttora.

L’on. Martini aveva fatto alla Camera una interpellanza, su quella vendita, alla quale il Villa rispose assicurando che sarebbero stati tutelati i diritti del Governo.

Sugli ultimi del 1879 morì il generale Avezzana, e durante il trasporto della salma a Campo Verano avvenne un tafferuglio per il sequestro di una bandiera dell’ « Italia irredenta » e una corona dell’altra società « Alpi Giulie ». Già il Governo aveva avuto una quantità di noie per la tolleranza usata verso i promotori di quella agitazione. Una delle maggiori era stata la pubblicazione fatta dal colonnello de Haymerle, già addetto militare all’ambasciata a Roma e fratello stesso dell’ambasciatore. L’opuscolo era intitolato: Italica Res, e conteneva moltissime accuse contro la tolleranza del Governo di fronte a una agitazione che ci rendeva aliena l’Austria. L’opuscolo fu tradotto in italiano e pubblicato a Firenze.

Il Cairoli se avesse avuto nel suo ministero tutti uomini del suo gruppo, non avrebbe permesso il sequestro della bandiera, ma al palazzo Braschi vi era il Depretis e dovette lasciar fare.

Le notizie sulla salute della Regina erano sempre peggiori. Era andato a visitarla a Bordighera il Baccelli, e si era dichiarato contrario alla solitudine e al riposo, prescrivendole le distrazioni di Roma, ma la Regina non venne e il Re andò a passare il Natale con lei.

Il Papa aveva voluto mostrarsi più propenso a soddisfare il desiderio di Margherita di Savoia che non il suo antecessore, e le aveva concesso di ripristinare a uso del culto, la cappella che Pio IX aveva fatto costruire nel Quirinale per i suoi familiari. La Regina fu molto contenta di quella concessione e ne ha serbata sempre gratitudine al Papa.

L’anno morì, come muore quasi sempre, senza destare rimpianto. Era stato un anno infecondo, senza attività, senza esultanze; un anno di disagio per tutti.