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In mezzo a tanta esultanza si sparsero due notizie dolorose: il Re soffriva di una leggiera bronchite e il Cairoli della ferita alla gamba, così che non poteva assistere alle sedute della Camera, sedute importantissime perchè si trattava dello svolgimento delle interpellanze sulla politica interna e sulla pubblica sicurezza. I fatti di Arcidosso, l’uccisione di David Lazzeretti, l’attentato di Passanante, le bombe di Firenze e tanti altri tenevano perplesso il paese, il quale non vedeva nella politica dello Zanardelli la garanzia necessaria per il ritorno della calma. La dichiarazione fatta dal ministro dell’interno sulla esistenza di 237 circoli internazionalisti sgomentò. Il 6 dicembre il Cairoli, ancora infermo, volle tornare alla Camera per dichiararsi solidale con lo Zanardelli.
Lo svolgimento delle interpellanze fu lunghissimo, la discussione degli ordini del giorno pure. Finalmente il Governò accettò un ordine del giorno Baccelli col quale era nettamente posta la questione di fiducia nella politica del Gabinetto.
La Camera lo respinse con 263 voti contro 189. Il ministero Cairoli-Zanardelli cadde, e cadde per le forze unite della Destra e dei Centri, che misero insieme 175 voti. A quelle due parti della Camera specialmente non poteva piacere la politica repubblicana del Gabinetto.
Da principio l’on. Cairoli fu incaricato dal Re della formazione di un nuovo Gabinetto, ma avendo incontrato molti ostacoli, questo incarico fu da S. M. affidato all’on. Depretis, che il 20 dicembre annunziò alla Camera la composizione del suo Gabinetto n. 3.
L’anno funesto, inaugurato col lutto, si chiudeva mostrando lo sfacelo dei partiti e la nessuna fiducia dell’Italia negli uomini che con tanta rapidità si succedevano e si alternavano al potere.