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I Tedeschi.
58) L’eminentissimo Mieceslao Ledochowsky, arcivescovo di Posen, era un cattivo suddito tedesco, e intransigente come tutti i polacchi cattolici, e come alunno del de Merode, che gli fece dare la porpora in compenso d’una condanna e della sua fuga da Posen, ove aveva sollevato un fiero conflitto.
59) Gustavo Adolfo principe di Hohenlohe, nacque a Rethembourg il 26 febbraio 1823. Ebbe la porpora per vive istanze del Re di Baviera, ma fu sempre fiero oppositore degli intrighi e delle debolezze della Curia, lontano dalla quale visse molti anni, e nella quale fu riguardato come il rappresentante del vittorioso Guglielmo I.
Gli Austriaci.
60) Giovan Battista Franzelin, della compagnia di Gesù, nacque in Altino il 15 aprile 1816 e non era, come i suoi correligionari, nè intrigante, nè servile.
61) Giovan Battista Simor, arcivescovo di Strigonia, nato a Alba Reale nel 1813; e come primate d’Ungheria, appartenne a quella Chiesa che nei Sinodi nazionali ammette l’elemento laico ed era perciò d’idee molto moderate.
62) Giovan Battista Kutschker, arcivescovo di Vienna, nacque a Wiese nell’aprile 1810. Era devoto all’imperatore e geloso custode delle prerogative della Corona e uomo d’idee concilianti.
63) Federico di Schwarzemberg, arcivescovo di Praga, era il quarto superstite dei cardinali creati da Gregorio XVI. Era uomo di profonda cultura, di tenace volontà, elegante parlatore e uno dei più fieri oppositori del dogma dell’infallibilità, che combatté fino all’ultimo; egli abbandonò con altri cento vescovi il Concilio quando vide che nessuno lo ascoltava.
64) Giuseppe Miholowitz, arcivescovo di Zagabria, nato a Torda nel 1814, aveva le stesse idee del metropolita viennese.
Questi erano i cardinali che dovevano eleggere il nuovo Papa.
Prima di tutti giunse il cardinal di Bologna, Parrocchi, la cui sollecitudine fu notata, poi Serafini, Moretti, Caverot, Schwarzemberg, Kutschker, Mihalowitz e Deschamps, Guilbert e gli altri dopo, così che fin da principio si ebbe un bel numero di cardinali. Dentro dieci giorni dopo la morte del Pontefice dovevano giungere gli altri, e si sarebbe chiuso il Conclave, ma chi fosse giunto in ritardo sarebbe stato sempre ammesso.
Il tempo che corre fra la morte del Pontefice e l’ingresso in Conclave si chiama novendiali, perchè comprende nove giorni, durante i quali i cardinali si riuniscono di continuo in congregazione.
Il de Cesare e lo cito volentieri perchè il suo Conclave è un vero libro di testo su quella assemblea cardinalizia – dice che nelle prime congregazioni dei cardinali si propendeva a tenere il Conclave fuori di Roma, ma il Crispi non voleva assolutamente che quel fatto avvenisse. Egli aveva impedito che si adunasse il Parlamento, per evitare che qualche parola intempestiva fosse pronunziata in quel tempo di sede vacante o durante il Conclave, e aveva tutto disposto affinchè questo potesse esser convocato in mezzo alla calma più assoluta,
Del proposito dei più giovani specialmente fra i cardinali, di tenere il Conclave fuori di Roma, anzi all’estero, il ministro fu informato dal pro-diacono cardinal Di Pietro ed egli li fece dal me-