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per la Francia un eccellente agente segreto. Sapeva tutto, conosceva tutti e riusciva a far parlare chi voleva.

Una volta la marchesa riceve una lettera anonima scritta malamente e piena d’insolenze, perchè se aveva molti amici aveva anche nemici e nemiche in quantità. La marchesa prende la lettera e corre dal questore Bolis, e gliela consegna confessandogli che i suoi sospetti cadevano sulla moglie di un diplomatico, che aveva con lei un’antica ruggine. Dopo poco va in questura a lagnarsi di essere stata cacciata via sui due piedi la cameriera della signora sospettata autrice della lettera alla marchesa di Noailles. Il Bolis la interroga subito e riesce a scoprire che il giorno prima, mentre pettinava la sua padrona, avevala veduta leggere sorridendo, e poi nascondere una lettera. La signora si era allontanata un momento, la cameriera curiosa, aveva potuto gettar gli occhi sulla lettera, che conteneva appunto tante insolenze per l’ambasciatrice. Il Bolis scoprì chi aveva distesa la lettera, e quando andò a riferire il risultato delle sue indagini all’ambasciatrice, non si stanco di complimentarla per il suo fiuto da vero agente di polizia.

Nel carnevale vi furono pure balli bellissimi all’ambasciata di Russia e alla legazione di Spagna. Dei primi faceva gli onori la bella baronessa d’Uxkull, maritata da poco all’ambasciatore, che gli Italiani avevano conosciuta a Firenze quando portava un altro nome. L’ambasciatrice rimase pochi anni a Roma; ella andò a vivere lontano dal marito e si dette a scrivere. Nella Revue des Deux Mondes ha pubblicato diverse novelle originalissime. Soltanto negli ultimi anni della vita del marito si riuni con lui. La baronessa d’Uxkull era una vera slava, più impressionabile che sensibile, elegante e charmeuse. La Contessa di Coello, ministressa di Spagna, era tutto l’opposto. Alta, forte, con una grande capigliatura rossastra, non aveva nessuna tendenza elegante. Bellissima era lady Paget, ambasciatrice d’Inghilterra, e aveva, venendo a Roma, accresciuto il numero già grande degli amici devoti, che si era procurati a Firenze. Ella faceva lunghe villeggiature in Toscana, e non menava la vita mondana. La sua casa era un centro di studi e di vita intellettuale, che ella preferiva alla società elegante. Quando risiedeva in Toscana passava l’estate nel castello d’Artimino, sontuosa dimora medicea, costruita dal Buontalenti; quando fu a Roma andava a villeggiare nel senese, dove ospitava molti amici e faceva la vita della castellana inglese.

Nel 1877 anche i neri incominciarono a cessare il lutto per la prigionia del Papa; non osavano ancora aprire le loro case, ma si riunivano nelle sale di Spillmann a via Condotti, ove ballavano fra di loro. Un altro segno che il lutto cessava si vide nel fatto che il principe Massimo per il miracolo di san Filippo Neri, che si commemora il 16 marzo, riaprì per la prima volta dopo il 1870 il suo palazzo ai fedeli.

Dalle ferie di Natale fino alle vacanze estive, la Camera compì un lavoro molto grave. Come si è visto, fu discussa la legge sulle incompatibilità parlamentari, che destò tanto fermento, votò la legge sull’aumento di stipendio ai professori delle scuole secondarie e classiche, quella sull’acquisto delle armi portatili e sull’aumento della lista civile. Ne fu relatore il Pianciani, e il Bertani presentò un ordine del giorno, firmato anche da Crispi, per invitare il Governo a presentare un progetto di legge, mediante il quale si stabilisse che l’amministrazione della lista civile fosse regolata dal Parlamento. Il Depretis e il Sella, che si era dimesso da capo della opposizione, ma ne conservava l’autorità, si opposero. L’aumento fu votato con 251 si e 31 no soltanto.

La Camera approvò pure la revisione della legge sul macinato e sulla ricchezza mobile, la tassa sugli zuccheri e le convenzioni marittime. Le convenzioni ferroviarie, che avevano motivato la caduta della Destra, non vennero in discussione avanti le ferie estive. Si parlava di un conflitto sorto