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Scientifico del Palazzo Altemps. Fu una provvida misura, perché quei giovani illusi, ai quali si rilasciavano certificati, che non avevano nessun valore legale, si sarebbero trovati in seguito senza mezzo di guadagnarsi l’esistenza, non potendo servirsi di quegli attestati. Che fosse una misura desiderata anche da essi lo prova il fatto che 60 studenti chiesero al professor Blaserna, rettore dell’Università, di essere ascritti nei corsi di medicina, ma non avendo neppur la licenza liceale, dovettero prenderla.
Roma, oltre la biblioteca moderna, aveva inaugurato con molta solennità le due sezioni della Corte di Cassazione nella sala detta di Pompeo, nel bel palazzo Spada, ov’è ora il Consiglio di Stato. Anche a quella inaugurazione assistè il Principe, al quale il Re affidava sempre la cura di rappresentarlo, e il Vigliani, bel parlatore e dotto magistrato, pronunziò in quell’occasione un discorso, affermando la necessità della Cassazione unica. Rivolto al Principe aggiunse che S. A. dava prova di nutrire sentimenti uguali a quelli del suo avo Vittorio Amedeo, il quale sentenziava due essere i poli dello Stato: le armi e la legge.
In quell’inverno, i ministri di Germania, di Francia, d’Austria, di Spagna, di Russia e d’Inghilterra, aspettavano di essere inalzati al grado d’ambasciatori, come alcuni furono infatti, e dettero molti ricevimenti. Il signor Keudell riuniva la società romana molto spesso al palazzo Caffarelli per udir l’esecuzione di buona musica e per fare onore ai suoi illustri connazionali, il maresciallo Moltke il Mommsen e il Gregorovius. Prima che terminasse l’anno, venne pure Riccardo Wagner e dinanzi a lui suonò il maestro Sgambati ed ebbe vive congratulazioni. Ai ricevimenti al palazzo Caffarelli assisteva sempre la principessa Margherita, che andava pure al palazzo Farnese e all’ambasciata di Spagna, alle serate che vi dava il conte Coello, diplomatico amantissimo dell’Italia, che non abbandonò più Roma e costruì dopo una bella villa nel quartiere dei Prati.
I Principi Reali ricevevano ogni mercoledi, come al solito, e alla fine del carnevale dettero un ballo in maschera a tutti i piccoli amici del Principino di Napoli. Vi erano i Calabrini, i Somaglia, il piccino di Noailles, vestito da guardia di Luigi XIV, i Teano, gli Sforza-Cesarini e altri, tutti graziosissimi.
Riceveva pure e dava concerti l’elegante signora Minghetti, che aveva una bella voce di contralto e cantava con miss Trolopp.
I Teano offrirono un gran ballo alla principessa e al principe di Reuss, ma il carnevale non tu molto brillante. A Gregorovius e al maresciallo Moltke furono fatti molti onori. Gregorovius ebbe la cittadinanza romana dietro proposta di molti insigni cittadini e l’accettò con grande riconoscenza. Moltke era venuto a Roma per riposarsi, ma condusse una vita attiva quasi come nel 1852, quando fece i celebri studi sulla campagna romana. Il Re aveva addetto alla sua persona il maggiore conte Taverna, che era stato all’ambasciata a Berlino e lo conosceva, e a Corte ebbe le più festose accoglienze. I Principi lo invitavano al loro pranzo di famiglia per risparmiargli la fatica dei banchetti ufficiali, ed il maresciallo vi andava volentierissimo, attratto dalla simpatia che provava per il principe Umberto e per la giovane Principessa. Il Sella, presidente dei Lincei, fece assistere il Maresciallo a una solenne seduta del dotto istituto, alla quale erano presenti pure il Mommsen e il ministro degli Stati Uniti, signor Marsh. In quella seduta fecero letture l’Amari, il Fiorelli, il Carutti, il De Petra, l’Helbig e il Ferri, e quindi lo stesso Sella dette in onore di Molthe un banchetto all’albergo del Quirinale, al quale invitò tutti gli accademici italiani e stranieri presenti a Roma. Raramente si è visto una più eletta riunione di scienziati far omaggio, senza distinzione di nazionalità, a una illustrazione della scienza come il Moltke.
Il Gadda, appena cambiato l’indirizzo politico del Governo, aveva dato le dimissioni, e