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Egli aveva veduto la Ida a teatro, e gli occhioni eterei, e i capelli di fuoco, e la persona snella e seducentissima gli avevano fatto entrar in corpo, più ancora che nell’anima, una voglia sterminata di fare la sua conoscenza.

Aveva cercato invano per molte sere un amico che lo potesse presentare alla bellissima sconosciuta, e non trovandolo, aveva preso la determinazione tanto naturale in questi casi. Le aveva scritto un bigliettino molto discreto, pieno di rispetto e di profumo di ireos, e le aveva così confessata la sua immensa simpatia, anzi il suo nascente amore.

Ida di queste letterine ne aveva ricevute già tante, che ormai non le facevano più nessun effetto. Quella del duca però era migliore di moltissime altre, e terminava colla raccomandazione che, se la sua preghiera non le fosse tornata sgradita, dovesse comparir in teatro con una camelia bianca nelle trecce. Egli avrebbe aspettato pazientemente anche un, mese, fin tanto che ella l’avesse potuto vedere e avesse chiesto di lui.

La sera ch’ella si fosse presentata con una camelia bianca in capo, le avrebbe fatta una visita in palco.

Ida, durante il mese, andò tre sere in teatro, ma senza camelia. Voleva prima veder bene