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quattro milioni | 39 |
impugnò una penna e disse col più bell’accento fiorentino:
— Subito fatto! Che storditi tutti e due!
— Io avevo ben ragione di esserlo! - arrischiò l’agente di cambio guardandola coll’occhio dolce.
— Perchè? - domandò Ida, fingendo di non capire la dichiarazione che stava nascosta in quella frase pronunciata colla bocca di miele.
— Perchè..... vedevo lei! rispose il giovine borsaiuolo senza reticenza.
— Ah! - fece Ida, che non poteva più fingere di non capire - E crede che basti la mia firma?
— Non credo - rispose l’altro, già un po’ sconcertato da quella noncuranza - Credo che sia necessaria la sua presenza.
— Oh Dio! Mi toccherà dunque di tornare alla posta?
— Sarà l’affare d’un minuto! E io avrò il vantaggio.
— Ma nessuno mi conosce lo stesso! - sclamò Ida interrompendolo.
— Per questo, non ci pensi. Io farò garanzia per lei, giacchè io sono conosciutissimo alla posta. Riscuoto migliaia di lire tutti i giorni.
Il povero agente di cambio non poteva dirla più grossa.