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in fretta il guanto della destra, aveva messa la mano nella vaschetta, e s’era fatto il segno della croce. Ella stette a pregare là un quarto d’ora. Poi si levò e venne verso di me senza vedermi, tutta raccolta nel rapimento della sua preghiera. Quando fu ad un passo dalla pila, io misi la mano nella vasca, e le tesi la punta delle dita. Ella mi fissò un istante con quei suoi occhi d’arcangelo Gabriele che dicono ave, toccò le mie dita, si segnò, mi fece un cenno modestissimo di ringraziamento, e prosegui la sua strada come una regina. Io credetti di aver ricevuto una scarica di macchina elettrica nel braccio.
— Non tanti particolari inutili! - disse il giovinetto.
— La seguii fuori di chiesa. Andò alla posta, ritirò una lettera raccomandata, dove c’era un vaglia, e tentò di riscuotere il denaro; ma uscì subito dall’ufficio, forse perchè non era ancora arrivato l’avviso di pagamento. Allora io ebbi un’idea luminosa. Avevo per caso nel portamonete sei biglietti da mille, e cinquecento franchi in spezzati, che avevo riscossi poco prima alla banca. Scrissi poche parole col lapis su un mio biglietto di visita, seguendola e non perdendola d’occhio; poi, trovato un facchino di piazza, e indicatogli la signora, gli