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braccio dell’esecutore testamentario, don Felice Carnelli, per sentire quante migliaia di lire contanti si fossero trovate nello scrigno e quante nella cassa della zia.

Ciascuno tornò a casa propria invidiando la fortuna di Dario e del piccolo Eleuterio, che ignaro d’ogni cosa stava in quel punto facendo pipì, e strillando come un ossesso per fame, in braccio a sua madre puerpera, la quale però aveva dichiarato bellamente di non volerlo allattare.

La balia accorse.

E il neonato milionario, abboccando con avidità il pavonazzo capezzolo della contadina, s’ebbe da sua madre un:

— Che Dio ti benedica! Ti vorrò tanto bene, lo stesso!

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