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dire alla mia pratica che mi pareva che ella fingesse d’essere incinta mentre non lo era.
Questa risposta era plausibile e fece un effetto eccellente sull’animo dei giurati, che cominciarono a persuadersi della reità della Ida.
Ad aggravare enormemente la posizione di lei, si aggiunse poco dopo la deposizione della sarta.
Anch’essa dichiarò di non essersi mai accorta che la Evanieff fosse in istato interessante.
Anche a lei il presidente fu obbligato di contrapporre l’esame fattole dal giudice istruttore, nel quale essa aveva invece deposto, pur senza formale affermazione, che ai due abiti fatti alla Ida durante i nove mesi aveva tenuta una misura più larga in vita di venti centimetri.
— Naturalmente! - rispose la sarta - È stata lei a volerli così, e noi, già si sa, attacchiamo l’asino dove vuole il padrone.
— Dunque lei non ha proprio mai creduto che la Evanieff fosse incinta?
— Mai, mai.