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— Lei, signora Marchisella, che cosa dice su questo fatto?
— Dico che è vero.
— E che cos’avrebbe constatato lei nelle sue visite anteriori al reato?
— Che non era incinta.
Ida balzò sulla sedia come se fosse stata levata di scatto da una molla potente. Ma non disse nulla e obbedì al suo avvocato che le stava dietro e che le susurrò un: Calma, calma! eloquentissimo.
— Sente, signora Evanieff? La levatrice sostiene che lei non era incinta - ripigliò il presidente colla sua voce monotona e floscia - Che cosa contrappone lei a questa asserzione?
— Nulla.
— Dunque finalmente la ammette?
— Ah no per Dio! - sclamò Ida con impeto - Io non posso ammetterla, anzi la nego recisamente. Ma io non saprei umiliarmi al punto da andar a cercar le prove di un fatto di cui nessuno al mondo può essere più certo di me stessa. Io mi trovo circondata dal partito preso di calunniarmi, e vedo di non essere creduta, e so che non è neppur creduto il gentiluomo il quale aveva il supremo interesse di accertarsi che io ero la madre del proprio figlio.