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gli sguardi sulla levatrice che non aveva capito bene di che si trattasse.

— Ha udito? - disse il presidente rivolto alla Marchisella - la si alzi e ripeta qui in viso alla signora ciò che lei sostiene essere il vero.

La levatrice si alzò a stento dalla sedia cogli occhi che pareva cercassero un po’ di sicurezza ai mattoni del pavimento, e senza punto levarli in quelli della Ida sfolgoranti di sdegno, ripetè a voce bassa:

— Io sì... sostengo che è vero.

— Che cosa, che cosa? - sclamò la Evanieff.

La levatrice non rispose.

— Risponda - la eccitò il presidente - dica ciò che ha fatto e per ohi lo ha fatto.

— Ma no - rispose la levatrice - il figliuolo non l’ho fatto io.

Uno scoppio di risa, frenato immantinente dal campanello del presidente, s’intese nella folla.

— Non si dice che lei abbia fatto il figlio, ma che l’abbia portato alla Evanieff.

— Ah, questo sì! - rispose la Marchisella sempre a occhi bassi.

— E dove lo ha portato?

— Da quella donna lì - mormorò la levatrice.