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zione, mi danno la incrollabile convinzione della sua reità.
«In conseguenza conchiudo:
«Ida nata principessa Dimbowsruki detta Evanieff, e Orsola Marchisella levatrice, essere accusate di avere la notte del febbraio 18** commesso volontariamente il delitto contemplato dal codice penale all’articolo ecc. con una vera e propria simulazione di parto e sostituzione d’infante.»
La levatrice aveva ascoltato questa lettura con una faccia da ebete.
La Ida invece aveva tenuta la sua testolina piegata in basso, e non aveva dato altro segno di vita che un leggero fremito di tutte le membra ogni volta che il procuratore formulava contro di lei qualcuna delle sue stolide accuse.
Allora il presidente si volse alle due donne e così loro rivolse la parola:
— Signora Dimbowsruki, e signora Marchisella, loro hanno udito che il pubblico mi-